Le quattro grandi invenzioni cinesi che hanno cambiato il mondo

“Stampa, polvere da sparo e bussola. Queste tre scoperte hanno mutato l’intera faccia della terra e lo stato di cose di tutto il mondo”. Con queste parole il filosofo inglese Francis Bacon commentava, all’inizio del Seicento, le strabilianti trasformazioni che la civiltà europea stava vivendo in quegli anni a seguito degli straordinari sviluppi della scienza e della tecnica. Ma nonostante la lungimiranza delle sue riflessioni, il filosofo inglese, al pari dei suoi contemporanei, ignorava un elemento fondamentale: si trattava infatti di invenzioni nate dal genio di una popolazione lontana, civiltà antichissima che da millenni fa della dedizione e dell’operosità il suo vincente biglietto da visita.

Bussola

Di chi sto parlando? Scopriamolo insieme…

Racconta la storia che secoli e secoli prima di Johannes Gutemberg, il tipografo tedesco a cui si deve l'inizio della tecnica della stampa moderna in Europa, sia stata la Cina a produrre il primo libro stampato della storia dell’uomo. Durante la dinastia Tang, regnante tra il 618 e il 907 d.C., fu infatti realizzata una copia del testo buddista “Sutra del Diamante”, usando una tecnica simile a quella utilizzata per produrre i timbri nel passato. Questo metodo, incentrato sulla predisposizione di un unico enorme blocco di legno da intagliare e scrivere, fu tuttavia considerato ben presto poco funzionale a causa del duro lavoro richiesto e dell’usura a cui i blocchi venivano sottoposti nel tempo. Fu così che, tra il 1041 e il 1048 d.C., il tipografo sinico Bì Shēng perfezionò il processo introducendo l’innovativa tecnica della stampa a caratteri mobili, come testimoniato da un funzionario dell’Impero nel Mengxi Bitan, il documento ufficiale in cui il metodo venne minuziosamente descritto.

Questo procedimento, utilizzabile per realizzare stampe diverse, aveva però un difetto: l’estrema fragilità dei materiali, realizzati in terracotta o in legno. E fu proprio questo che decretò nel 15° secolo il successo di Gutemberg, che introdusse il processo in Europa utilizzando però questa volta i caratteri di metallo. Ma la stampa, si sa, non sarebbe stata la stessa il supporto fisico della carta, altra geniale intuizione cinese. Nel 105 d.C., infatti, un alto funzionario della corte degli Han, informò il suo imperatore di aver fabbricato un nuovo materiale, parzialmente impermeabile, adatto alla scrittura, usando solo “vecchi stracci, reti da pesca e scorza d'albero". La scoperta implicò una vera e propria rivoluzione poiché basata su una semplice ma funzionale procedura: intrecciare fibre derivanti dalla corteccia degli alberi per dar vita ad un materiale leggero, resistente e soprattutto economico. Utilizzata sin dall’inizio come supporto per la scrittura, ma anche nella produzione di oggetti quali cappelli, lanterne e carta moneta, come sapientemente raccontato ne “Il Milione” da Marco Polo, il viaggiatore per eccellenza del Paese della Seta, la carta è stata protagonista di un processo di fabbricazione custodito gelosamente per secoli e secoli dal popolo sinico. Ma come tutti i segreti, alla fine fu svelato anch’esso, permettendo la diffusione al di fuori dei confini cinesi.

Infatti, quando nel 751, con la battaglia di Talas, i musulmani conquistarono Samarcanda, fino a quel momento sotto l’influenza dell’Impero Celeste, alcuni cartai cinesi, fatti prigionieri, furono costretti a svelare il processo di lavorazione della carta, contribuendo così alla nascita di un primo centro di produzione nella città uzbeka, cuore della Via della Seta. E un segreto custodito nel tempo connota anche la scoperta della polvere da sparo, invenzione di origini lontane nel tempo e nello spazio. Nel tentativo di trovare un elisir di lunga vita, infatti, un gruppo di alchimisti cinesi si imbatté per caso nella scoperta di una sostanza che, se riscaldata, poteva generare un’esplosione. Inizialmente utilizzato per la creazione di fuochi d’artificio, il composto, basato sulla combinazione di carbone, zolfo e nitrato di potassio, fu ben presto impiegato in campo militare, come riportato nel 1044 da Zeng Gongliang, importante ufficiale dell’esercito imperiale, in “Wujing Zongyao", ossia “Collezione delle Tecniche Militari Superiori”, testo in cui venivano rappresentati tutti i composti per la realizzazione di ordigni incendiari da utilizzare durante gli assedi. Origini divinatorie ebbe invece la bussola, ricordata come la preziosa invenzione che, durante la dinastia Han tra il II e il I secolo a.C., segnò l’inizio di quella strabiliante rivoluzione in campo geografico che avrebbe favorito nei secoli successivi l’esplorazione di terre lontane e sconosciute.

Utilizzando le speciali proprietà di orientamento della magnetite per creare strumenti divinatori della geomanzia cinese, i cinesi si accorsero ben presto che questa speciale pietra poteva essere sfruttata per migliore notevolmente le tecniche di navigazione, fino ad allora legate al rischioso affidamento su punti di riferimento geografici e astronomici, non sempre visibili in mare aperto. Nacquero così le prime bussole magnetiche, basate sulla magnetizzazione di un ago di ferro sospeso attraverso un filo di seta orientato naturalmente verso l’asse Nord-Sud. Proprio l’asse di riferimento del Feng Shui! E se queste scoperte non vi sembrano sufficienti… il piatto di spaghetti emerso dalle profondità della terra intorno alla cittadina di Laja, nel nord ovest della Cina, vi servirà a fugare qualsiasi dubbio. La scodella rinvenuta con stupore da un gruppo di archeologi cinesi dimostra, infatti, che la pasta costituiva già pietanza prelibata del menù neolitico consumato sulle sponde del Fiume Giallo più di quattromila anni fa.

Un bel primato… non vi sembra?
Marta Frescura

Marta Frescura

Laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Salerno, si interessa di arte e di cinema, fantasticando tra quadri impressionisti e scene girate tra i mercatini di Notting Hill. Delle tante esperienze all’estero conserva i colori, i profumi e una valigia piena di emozioni e funny quotes, sempre pronta per essere riempita ancora. Sostenitrice del “learning by doing”, crede nell’alto valore della formazione come promotore di sviluppo.

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